Fatima.
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"Guai alla Terra se i sacerdoti di ogni religione avessero fatto di esse una vuota pantomima..."

Valtorta - Evangelo 634.4

(Gesù risorto agli undici apostoli)

(…) Guai a quando una religione muore e, da potenza reale, viva, diviene pantomima clamorosa, esteriore, una cosa vuota dietro lo scenario dipinto, dietro le vesti pompose, un muoversi di congegni che compiono dati movimenti, così come una chiave fa agire una molla, ma tanto la molla che la chiave non hanno coscienza di ciò che fanno. Guai! Pensate!

Ricordate sempre, e ditelo ai vostri successori, perché questa verità sia conosciuta nei secoli.

È MENO PAUROSO IL CADERE DI UN PIANETA CHE IL CADERE DELLA RELIGIONE.

Se il cielo rimanesse spopolato d'astri e pianeti, non sarebbe per i popoli sventura uguale a quella di rimanere senza una reale religione. Dio sopperirebbe con provvida potenza ai bisogni umani, perché tutto può Dio per coloro che, sulla via sapiente, o sulla via che la loro ignoranza conosce, cercano, amano la Divinità con spirito retto.

Ma, se venisse un giorno in cui gli uomini non amassero più Dio, perché i sacerdoti di ogni religione avessero fatto di essa unicamente una vuota pantomima, non credendo essi per primi alla religione, guai alla Terra!

634.5 Ora, se così dico anche per quelle religioni che sono impure, alcune venute per rivelazioni parziali ad un saggio, altre dal bisogno istintivo dell'uomo di crearsi una fede per dare pascolo all'anima di amare un dio – essendo questo bisogno lo stimolo più forte dell'uomo, lo stato permanente di ricerca di Colui che è, voluti dallo spirito anche se l'intelletto superbo nega ossequio a qualsiasi dio, anche se l'uomo, ignorando l'anima, non sa dare nome a questo bisogno che entro lui si agita – che dovrò dire per questa che Io vi ho data, per questa che porta il mio Nome, per questa della quale Io vi ho creati pontefici e sacerdoti, per questa che vi ordino di propagare per tutta la Terra?

Per questa unica, vera, perfetta, immutabile nella Dottrina insegnata da Me, Maestro, completata dall'insegnamento continuo di Colui che verrà, lo Spirito Santo, Guida Ss. ai miei Pontefici e a quelli che li aiuteranno, capi secondi nelle diverse Chiese create nelle diverse regioni dove si affermerà la mia Parola.

Le quali Chiese non saranno, per essere diverse in numero, diverse in pensiero, ma saranno una sola cosa con la Chiesa, formando delle loro singole parti il grande edificio, sempre più grande, il grande, nuovo Tempio che coi suoi padiglioni toccherà tutti i confini del mondo.

Non diverse di pensiero, né contrastanti fra loro, ma unite, fraterne le une alle altre, soggette tutte al Capo della Chiesa, a Pietro e ai successori di lui, sino alla fine dei secoli.

E quelle che, per qualsiasi motivo, si separassero dalla Chiesa Madre, sarebbero membra recise non più nutrite dal mistico sangue che è Grazia che da Me, Capo divino della Chiesa, viene.

Simili a figli prodighi, separati per il loro volere dalla casa paterna, starebbero, nella loro effimera ricchezza e costante e sempre più grave miseria, ad ottundersi coi cibi e i vini troppo pesanti l'intelletto spirituale, e poscia a languire mangiando le ghiande amare degli animali immondi sinché, con cuore contrito, non tornassero alla casa paterna dicendo: "Abbiamo peccato. Padre, perdonaci e aprici le porte della tua dimora".

E allora, sia che sia un membro di una Chiesa separata, o sia un'intera Chiesa – oh! così fosse, ma dove, quando sorgeranno tanti miei imitatori, atti a redimere queste intere Chiese separate, a costo della vita, per fare, per rifare un unico Ovile sotto un solo Pastore, così come Io desidero ardentemente? – allora, sia che sia un singolo od una assemblea quelli che tornano, aprite loro le porte.

634.6 Siate paterni. Pensate che tutti, per un'ora o per molte, forse per anni, foste, singolarmente, dei figli prodighi avvolti nella concupiscenza.

Non siate duri a chi si pente. Ricordate! Ricordate! Molti di voi fuggiste, ventidue giorni da oggi.

E il fuggire non era forse un'abiura all'amore vostro per Me?

Or dunque, così come Io vi ho accolti appena, pentiti, tornaste a Me, così voi fate. Tutto ciò che Io ho fatto, fate.

Questo è il mio comando. Siete vissuti con Me per tre anni. Le mie opere, il mio pensiero, lo conoscete.

Quando, in futuro, vi troverete di fronte ad un caso da decidere, volgete lo sguardo al tempo che foste con Me e comportatevi come Io mi sono comportato.

Non sbaglierete mai. Io sono l'esempio vivo e perfetto di ciò che dovete fare. E ricordate ancora che Io non ho rifiutato Me stesso allo stesso Giuda di Keriot... Il Sacerdote deve, con tutti i mezzi, cercare di salvare.

E predomini l'amore, sempre, fra i mezzi usati a salvare.

Pensate che Io non ignoravo l'orrore di Giuda... Ma ho, superando ogni ripugnanza, trattato il meschino come ho trattato Giovanni. A voi... a voi sarà sovente risparmiata l'amarezza del conoscere che tutto è inutile per salvare un discepolo amato...

E potrete perciò operare senza la stanchezza che prende quando si sa che tutto è inutile... Si deve lavorare anche allora... sempre... sinché tutto è compiuto...».