Francesco I
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MESSAGGIO DI BXVI.”STOLTO” È PROPRIO STRANO. RIFLESSIONI FUORI DAL CORO DEGLI OSANNA DI CORTE. – STILUM CURIAE

Marco Tosatti
La fonte ufficiale e, cioè VaticanNews, il cui responsabile ha ricevuto la lettera di Benedetto XVI, ce la presenta così:

“Una lettera personale di Benedetto XVI sulla continuità con il pontificato di Papa Francesco. A renderla pubblica il Prefetto della Segreteria per la Comunicazione, mons. Dario Edoardo Viganò, che l’ha ricevuta in occasione della presentazione della collana ‘La Teologia di Papa Francesco’, edita dalla Libreria Editrice Vaticana (LEV), avvenuta oggi nel corso di una conferenza stampa a Roma presso la Sala Marconi di Palazzo Pio. <Plaudo a questa iniziativa – scrive Benedetto XVI – che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi>. Il Papa Emerito ringrazia di aver ricevuto in dono gli undici libri scritti da altrettanti teologi di fama internazionale che compongono la collana curata da don Roberto Repole, presidente dell’Associazione Teologica Italiana. <I piccoli volumi – aggiunge Benedetto XVI – mostrano a ragione che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento>.

Come abbiamo visto e sentito i musici di corte si sono affrettati a rivendere questo strano messaggio come un endorsement a tutto campo del Pontefice regnante da parte del suo predecessore rinunciatario, come se in questo modo avesse steso il suo manto di garanzia a qualunque cosa detta e fatta da papa Bergoglio; e come se avesse voluto difenderlo dalle critiche e dagli attacchi, sempre più frequenti, per il governo della Chiesa, e per la confusione magisteriale che molti a tutti i livelli avvertono.

Ci permettiamo qualche osservazione su un messaggio che per quanto breve è curioso. Prima cosa. L’aggettivo stolto. La sua scelta è singolare, per non dire inedita. Abbiamo cercato nelle encicliche, nelle esortazioni apostoliche e in diverse lettere apostoliche di Benedetto XVI, senza riuscire a trovare che Joseph Ratzinger abbia mai usato una sola volta questo termine. In realtà no: nella lettera apostolica per il beato Andrea Bessette, scritta solo in latino, usa il termine stolto, ma come citazione di San Paolo: «Quae stulta sunt mundi, elegit Deus, ut confundat sapientes et infirma mundi elegit Deus, ut confundat fortia, et ignobilia mundi et contemptibilia elegit Deus, quae non sunt, ut ea, quae sunt, destrueret, ut non glorietur omnis caro in conspectu Dei» (1 Cor 1, 27-29).

Una seconda osservazione. I media hanno sottolineato la ri-valutazione di papa Bergoglio da un punto di vista filosofico e teologico. Ora, non mi sembrate esistano importanti opere filosofiche e teologiche del Pontefice, che peraltro non ha mai completato la sua tesi di dottorato in teologia. E i libri –piccoli, sottolinea il messaggio – di cui si parla non li ha scritti il papa, ma altri su di lui…Sbagliamo a considerare questa ri-valutazione, se proviene proprio da Benedetto, una forma di cortese carineria; quanto credibile lo scrivente lascia giudicarlo ai lettori. Ma è una gentilezza necessaria per aprire lo spazio alla seconda difesa, quella di se stesso. E cioè per smentire che Joseph Ratzinger sia stato unicamente “un teorico della teologia”. Accusa che sotto varie forme e modalità circola da decenni, e ancora serpeggia. E che, per qualche ragione a noi ignota, adesso si vuole contrastare.

Un’ultima osservazione riguarda la “continuità”. Il termine è “continuità interiore”. Interiore è usato soprattutto per quanto riguarda spirito e coscienza, ci insegnano i vocabolari a cui abbiamo attinto. Ma un pontificato non è solo interiorità, tutt’altro: è soprattutto governo, ed è soprattutto insegnamento, magistero. Ecco, ci sembra interessante notare l’uso così particolare e limitativo della “continuità” nel biglietto di ringraziamento giunto a mons. Viganò. Neanche la gentilezza, o il senso di responsabilità potevano spingersi oltre il limite della realtà visibile, evidente, sotto gli occhi di tutti.
marcotosatti.com
Acchiappaladri
Complimenti all'acume investigativo del dr. Tosatti:
"... Ci permettiamo qualche osservazione su un messaggio che per quanto breve è curioso. Prima cosa. L’aggettivo stolto. La sua scelta è singolare, per non dire inedita. Abbiamo cercato nelle encicliche, nelle esortazioni apostoliche e in diverse lettere apostoliche di Benedetto XVI, senza riuscire a trovare che Joseph Ratzinger abbia maiAltro
Complimenti all'acume investigativo del dr. Tosatti:
"... Ci permettiamo qualche osservazione su un messaggio che per quanto breve è curioso. Prima cosa. L’aggettivo stolto. La sua scelta è singolare, per non dire inedita. Abbiamo cercato nelle encicliche, nelle esortazioni apostoliche e in diverse lettere apostoliche di Benedetto XVI, senza riuscire a trovare che Joseph Ratzinger abbia mai usato una sola volta questo termine ..."

Si tratta solamente di un indizio, ma fino a quando il Vaticano non farà il misericordioso regalo al pubblico della lettera autografa di Benedetto XVI, teniamolo presente per interpretare con prudenza quel comunicato di mons. Viganò.