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MESE MARIANO Beato Alano della Rupe LO SPLENDORE E IL VALORE DEL SANTISSIMO ROSARIO (incunabolo del 1498) Libro IV. TERRIFICANTE SERMONE DEL BEATO DOMENICO, SULL’ APPARIZIONE DI QUESTE 15 BESTIE, FATTO …Altro
MESE MARIANO Beato Alano della Rupe LO SPLENDORE E IL VALORE DEL SANTISSIMO ROSARIO (incunabolo del 1498) Libro IV.

TERRIFICANTE SERMONE DEL BEATO DOMENICO, SULL’ APPARIZIONE DI QUESTE 15 BESTIE, FATTO NELLO STESSO TEMPO, AL PRINCIPE DI QUESTO CASTELLO E A TUTTI GLI ALTRI CHE ERANO PRESENTI.

"L’ottavo abisso era (la Belva)
dell’Incredulità, per la quale, ahimè, il mondo
rischia fortemente, per i sortilegi, le
divinazioni, le arti magiche, le eresie e le
false credenze.
E si oppone all’ottava Fonte, che è la
Fonte della Fede, ossia: “Tu”.
Infatti, Maria è la Beata, perché ha
creduto, come testimonia la Beata
Elisabetta.

E su ciò, (San) Girolamo in un Sermone
disse: “O Maria, grande è la Tua fede; infatti,
Tu hai mostrato al mondo la Fede.
Tu, portando a noi il Verbo di Dio, hai
fondato la Chiesa sui Sacri Monti, e
certamente tutti, da Te ricevono la Fede, con
la quale, sei piaciuta a Dio, (e) hai meritato
di essere la Madre di Dio.
Tuttavia, non si può dire pienamente
quanto grande sia l’orribilità di questa
scelleratezza (dell’Incredulità): supera,
infatti, le cose suddette.

Ma, affinchè capiate con un esempio, è
così grande la cecità e la caligine di questa
macchia che, se Dio volesse produrre nel
mondo una cecità tale e quale,
improvvisamente tutti gli uomini e tutti gli
animali sarebbero ciechi, sordi e muti, anche
se ci fossero infiniti mondi.
Poiché la cecità umana dello spirito è
immensamente più grave della cecità
corporea, secondo una sentenza del
Venerabile Beda, di Agostino e di Dionigi,
che afferma che la cosa più piccola
dell’ordine superiore è maggiore della più
grande cosa dell’ordine inferiore.
E ne avete avuto la prova esperienziale,
con la visione dell’ottava (Belva) assassina,
dove provavate un disagio insopportabile.
Avete visto, infatti, un Orso di
grandezza indicibile, che divorava tutte le
cose, senza risparmiare nessuno, ed era più
grande dei Mostri che avevate visto prima.
Dal momento che, come attesta
(Sant’)Agostino, l’infedeltà è il massimo di
tutti i peccati.

Che cosa (avvenne) poi?
La sua bocca era la porta dell’inferno,
della quale si dice: dalla porta dell’inferno
togli, o Signore, le loro anime.
C’erano, poi, nella sua bocca dodici file
di denti a causa della devastazione dei
dodici articoli di fede: il dente più piccolo
non dirò (che era) come una lancia, ma come
una trave grande e acuminata, da cui ogni
cosa era triturata, a motivo delle false
ragioni di chi si allontana dalla verità, e da
cui le anime, secondo (Sant’)Agostino, sono
in pericolo e vengono fagocitate.
Veramente, c’erano dentro questa
Bestia, belve di ogni genere, che
tormentavano le anime.

Dal momento che, come attesta
(Sant’)Ambrogio, l’Incredulità è la madre di
tutti i crimini.
Dalla sua bocca, poi, si udiva un urlo
orribilissimo, che sconvolgeva tutto il
mondo, perché la bestemmia dell’incredulità
è il peccato che si contrappone a tutto il
mondo, e ciononostante questa Belva
emetteva dalla bocca come un torrente
infuocato, che divorava ogni cosa davanti a
sé, incendiandola.
Le sue zampe, poi, erano d’una
grandezza infinita, e le unghie, d’un orrore
indicibile, con le quali poteva squarciare e
annientare ogni cosa; infatti, queste unghie
non erano minori dei denti della Belva.
Inoltre, questa Belva aveva ali come un
avvoltoio, le cui piume parevano come
serpenti infuocati.

Infatti, gli infedeli, a causa delle false
scienze, con le quali vogliono volare, sono
avvelenati e divorati dai serpenti
dell’inferno, secondo (San) Fulgenzio, in un
Sermone.
Ecco – disse - la vostra Belva, che avete
venerato.
E vi giuro che la più piccola umana
incredulità in ciascuno di voi, è più orribile di
quanto lo sia questa Belva, e per i Santi e per
gli Angeli più arduo a vedere, dal momento
che, come attesta (San) Basilio, i Santi
possono vedere tutte le cose che sono, ma
in nessun modo i peccati, che sono i contrari
delle cose che sono.
E – aggiunse - nella visione di questa
Belva, sarei morto, se non fossi stato aiutato
dalla Mano del Signore.
Per questo, per purificarvi da questo
male dell’incredulità, lodate sempre Maria
nel Suo Rosario, dicendo spesso: “Tu”.

(Beato Alano della Rupe
LO SPLENDORE E IL VALORE DEL SANTISSIMO ROSARIO
(incunabolo del 1498) Libro IV)

(LE FONTI di: Beato Alano della Rupe
Il Santissimo Rosario: Il Salterio di Gesu’ e di Maria.)


www.beatoalano.it