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Libro di RUT: Meravigliosi Insegnamenti (Don Dolindo Ruotolo)

«Nelle tristi epoche delle degradazioni di un popolo, non c’è opera più bella di apostolato quanto quella di risuscitare le virtù domestiche e di restaurare la santità della famiglia. Il demonio e lo spirito del male seguono un cammino opposto: spargono il veleno della corruzione, scompaginando la famiglia e dissolvendola miseramente in un pantano di fango. I romanzi, i teatri, i cinema e le pretese opere letterarie, mostrano la vita famigliare in una fosca atmosfera di tradimenti, di menzogne, di adulteri, di odi, di tragedie, di rovine, spesso inverosimili, atte solo a sguinzagliare nel teatro della vita tutte le belve delle umane passioni»

«Non vi è ambiente più proprio alla nostra santificazione quanto la nostra famiglia. Se invece di guardare fuori di essa, utilizzassimo tutte le pene che vi ritroviamo, saremmo grandi santi (…). Quelle persone noiose non sono una stonatura, sono un’armonia; quelle perdite non sono una sventura, sono un guadagno; quei malanni non sono una rovina ma una purificazione (…). L’unione, l’amore e la pace fra i membri, nonostante le tribolazioni, sia il tesoro più prezioso della nostra vita familiare. Dobbiamo essere forti nelle contrarietà; affettuosi nelle relazioni familiari; generosi, giusti e calmi. Per raggiungere questo fine dobbiamo far regnare Dio nella nostra casa e dobbiamo vivere tutti nel rispetto scrupoloso alla sua santa Legge»

«È inutile illudersi: la nostra dimora sulla terra è un passaggio e una prova diretta a farci conquistare Dio; la casa e la famiglia non possono essere dunque che un continuo richiamo a Lui (…). Come Egli ha moltiplicato il suo Sacrificio nella Santa Messa, così ha moltiplicato il suo Calvario nelle famiglie (…). È logico che la famiglia, cioè l’ambiente nel quale più viviamo, sia quella che ci offra maggiori spine: se vi trovassimo il nostro pieno appagamento, noi non penseremmo più a Dio, perché riposeremmo interamente nelle creature o nelle cose materiali»

«Persuadiamoci che sulla terra troveremo sempre delle spine e delle tribolazioni. Chi è scontento della sua famiglia non può trovar la pace, anche se andasse agli ultimi confini del mondo. Quello che può darci la pace non è il fuggir la croce ma è l’abbracciarla per amore di Dio, guardando costantemente al Cielo, come il navigante guarda alla stella che lo guida nel turbinare della tempesta. Quando abbracciamo in pace le croci della nostra casa Dio ci manda poi la consolazione e il sollievo e le pene giornaliere si mutano in ricca messe di meriti, di benedizione e di grazie»

«Non è la bellezza, non è il belletto, il profumo, la veste procace ed elegante che affascina l’uomo dabbene ma è la virtù e il nome onorato. Se la donna desidera veramente fare un buon matrimonio, non darsi ad un uomo che la ricerchi brutalmente, deve essere virtuosa innanzi a Dio e deve custodire e tutelare il suo buon nome innanzi alla società. È Dio che regola gli eventi della nostra vita, è Dio che avvicina due creature perché compiano insieme un disegno d’amore; quando la donna vive senza virtù, il Signore permette che essa incontri qualche brutto ceffo che la rende poi infelice per tutta la vita. È molto doloroso constatare che moltissimi matrimoni hanno come triste base il peccato: le donne credono che condiscendendo al male, qualunque esso sia, inducano un uomo a sposarle. Esse non si accorgono che, il giorno nel quale trascendono anche al più piccolo atto disonesto segna la fine del loro amore: Dio non le benedice e l’uomo le disprezza. Anche quando l’uomo arriva a sposarle, rimane in lui, magari incoscientemente, l’impressione penosa di quell’infedeltà fatta alla Legge di Dio e non ha più per loro né rispetto né amore. Oggi i capi di Stato si preoccupano della diminuzione dei matrimoni e non si accorgono che essi stanno in proporzione diretta della virtù della donna. Chi può indurci a sposare per sempre una giovane che va semivestita, dipinta, goffa nel suo ornamento, immonda nei suoi atteggiamenti? Gli uomini fuggono da simili donne o,, tutt’al più, ci si sentono attratti da un rivolgimento di passioni che sfumano al primo sfogo brutale e si mutano in avversione e in odio. Ornatevi di virtù, o giovani donne, temete di Dio, pregate, e reclamate dalla sua misericordia la vostra sistemazione nella vita presente»

«Noi siamo poveri peccatori che non abbiamo nessun diritto alle grazie di Dio; è una stolta presunzione pretenderle e il mormorare del Signore quando non ce le accorda.
Che cosa puoi reclamare tu che hai devastato con il peccato tutta la ricchezza che avevi ricevuta? (…). La vita è un penoso pellegrinaggio, senza dubbio, perché è una prova ma bisogna confessare che noi la rendiamo molto più penosa perché non raccogliamo nulla dalla mano adorabile del Signore. Ci può essere un’angustia più grave del peccato? Chi può valutare quella terribile angoscia del rimorso, quel vuoto spaventoso, quell’aridità agitata, quell’affanno senza conforto, quella tempesta di passioni che sconvolge l’anima? Eppure tante anime vivono nel peccato e vi s’immergono sempre più! Chi può dire quale sia l’inedia di un’anima che non prega e che non si alimenta di Dio?»

«La grazia di Dio (…) si è celata nell’amoroso Cuore di Maria (…). Perciò Maria è chiamata logicamente la Madre della divina grazia. Chi può intendere la grandezza dell’ufficio di Maria nello sviluppo della nostra vita? E com’è possibile dire che si è costretti a perdersi, ad essere impuri, a stare e avvinti fra i ceppi delle passioni, quando si ha Maria? Basta dirlo a Lei filialmente, sinceramente, con piena fiducia ed Ella sa come sedare le nostre tempeste, come irrorare la nostra arida terra, come sanare le nostre piaghe».

«È un dato di fatto che dove c’è Maria tutto fiorisce e che dove Ella è assente, tutto è striminzito. Anche quando la libertà umana si dona al male e a satana (…), anche allora basta il ritorno sincero nelle braccia di Maria per vedere spezzati i lacci del diabolico incanto. Anche quando la volontà ha dato tanta sfrenata libertà alle passioni da divenirne schiava, anche allora basta il filiale ricorso a Maria per vedere infranti, a poco a poco, i propri ceppi. Chi mangia e manca di succhi gastrici, non digerisce, e non assimila il suo cibo e rimane ugualmente fiacco; noi possiamo dire che Maria Santissima è il segreto che ci fa assimilare i cibi e le sostanze soprannaturali. L’Eucaristia, senza Maria Santissima, diventa un cibo che non assimiliamo per la nostra grande miseria; i doni di Dio rimangono come alimenti che non trovano il modo di trasformarsi nella nostra sostanza, senza Maria (…). Oh! Perché la devozione alla Madonna è così languente in tanti cuori? Perché tante case cristiane vivono nello squallore della povertà spirituale, mentre potrebbero essere arricchite dalla Madre celeste? Quante gioie soprannaturali inonderebbero la nostra vita se noi amassimo veramente la Madonna come nostra Madre! Quante ricchezze celesti Ella ci darebbe se facessimo appello alla sua misericordia!»

«Quando la nostra vita interiore si è talmente rilassata da darci quasi l’impressione della paralisi spirituale, ricorriamo a Maria: Ella è il nostro ultimo rifugio (...). Basta il solo mezzo della vera devozione alla Madonna, basta uno sguardo sincero a questa celeste Madre, per veder rifiorire a poco a poco la terra nostra devastata dall’uragano, per vedere riattivate le vie della comunicazione soprannaturale, per vedere riparati i condotti che ci portano l’acqua della grazia (...). Chi prega dopo un lungo periodo di inerzia è come un infermo che ha le membra intorpidite: le muove ma non le sente e gli sembrano morte; ma egli, ciononostante, le muove e si trascina anche sulle gambe addormentate, benché gli diano un fastidioso formicolio, perché sa che così ne riprende a poco a poco l’uso. Quando l’anima è sommersa nell’inerzia, deve pregare la Madonna, anche senza gusto, anche stentatamente; sentirà a poco a poco una leggera corrente di soave dolcezza che le ridarà l’apprezzamento dei beni soprannaturali e che la farà correre al campo di Dio, per raccogliere la misericordia, la resurrezione, la vita, il conforto e la pace»

(Don Dolindo Ruotolo, dal commento al libro di Rut).

UNA MIA CATECHESI SUL LIBRO DI RUT


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FRASARIO IN SEI PARTI (CON CENTINAIA DI AFORISMI)

Florilegio – aforismi vari, una raccolta per resistere nella fede


Raccolta di perle di sapienza e ricca soprattutto di aforismi tratti dagli insegnamenti immortali dei Santi. Questa raccolta risponde allo scopo di offrire un "vademecum di vera razionalità e spiritualità", fatto di schegge di luce che toccano un po' tutti i temi più importanti.

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