Artemide Zatti, il buon samaritano della Patagonia. La casa di produzione San José ha lanciato un video-documentario sulla vita di un laico professo salesiano, il beato italo-argentino Artemide Zatti. …Altro
Artemide Zatti, il buon samaritano della Patagonia.
La casa di produzione San José ha lanciato un video-documentario sulla vita di un laico professo salesiano, il beato italo-argentino Artemide Zatti.
Nel documentario è possibile osservare i luoghi dove questo “Buon Samaritano” lavorò, e conoscere documenti inediti e unici.
Artemide Zatti nacque il 12 ottobre del 1880 a Boretto, in provincia di Reggio Emilia. Agli inizi del 1897 emigrò con tutta la sua famiglia in Argentina, stabilendosi a Bahia Blanca.
Aiutando in parrocchia come sacrestano conobbe i salesiani e scoprì la sua vocazione, anche se non riuscirà mai a divenire sacerdote a causa della tubercolosi.
Fu quindi portato all'ospedale di San Giuseppe di Viedma, dove c'era un bravo infermiere salesiano. Per ottenere la guarigione fece la promessa di dedicarsi per tutta la vita agli infermi. E così fu, guarendo miracolosamente.
Iniziò quindi a dedicarsi totalmente all'ospedale, arrivando a ricoprire anche l'incarico di vicedirettore. Inoltre, andava spesso a visitare a casa i malati, spostandosi sempre con la sua bicicletta.
Spese tutta la sua vita ad assistere i più svantaggiati, morendo di cancro nel 1951, all'età di 70 anni.
Chi lo consoceva diceva di lui che era un uomo di grande sensibilità e di umore allegro, sempre incline al canto e al sorriso.
La casa di produzione San José ha lanciato un video-documentario sulla vita di un laico professo salesiano, il beato italo-argentino Artemide Zatti.
Nel documentario è possibile osservare i luoghi dove questo “Buon Samaritano” lavorò, e conoscere documenti inediti e unici.
Artemide Zatti nacque il 12 ottobre del 1880 a Boretto, in provincia di Reggio Emilia. Agli inizi del 1897 emigrò con tutta la sua famiglia in Argentina, stabilendosi a Bahia Blanca.
Aiutando in parrocchia come sacrestano conobbe i salesiani e scoprì la sua vocazione, anche se non riuscirà mai a divenire sacerdote a causa della tubercolosi.
Fu quindi portato all'ospedale di San Giuseppe di Viedma, dove c'era un bravo infermiere salesiano. Per ottenere la guarigione fece la promessa di dedicarsi per tutta la vita agli infermi. E così fu, guarendo miracolosamente.
Iniziò quindi a dedicarsi totalmente all'ospedale, arrivando a ricoprire anche l'incarico di vicedirettore. Inoltre, andava spesso a visitare a casa i malati, spostandosi sempre con la sua bicicletta.
Spese tutta la sua vita ad assistere i più svantaggiati, morendo di cancro nel 1951, all'età di 70 anni.
Chi lo consoceva diceva di lui che era un uomo di grande sensibilità e di umore allegro, sempre incline al canto e al sorriso.