MESE DEL SANTISSIMO ROSARIO - Beato Alano della Rupe: - STATUTO DELLA CONFRATERNITA, RIVELATO AL NOVELLO SPOSO. - V. “Ora, anche tu, Mio Novello Sposo e figlio di così grande Padre, ascolta l’insegnamento …Altro
MESE DEL SANTISSIMO ROSARIO

- Beato Alano della Rupe:

- STATUTO DELLA CONFRATERNITA, RIVELATO AL NOVELLO SPOSO.

- V. “Ora, anche tu, Mio Novello Sposo e
figlio di così grande Padre, ascolta
l’insegnamento di tua Madre.


1. Dopo che il mio Sposo Domenico si
fu addormentato, imperversò per il mondo la
peste assai terribile della bramosia e
dell’indolenza, ancor più furiose di prima,
che si impadronirono sia del Clero, che del
popolo: furono esse a mandare in rovina, a
poco a poco, il Rosario, la Confraternita e
l’Iscrizione dei Confratelli.

2. Ciò nonostante, persistono ancora,
sparse qua e là lungo la Spagna e l’Italia, le
prime vestigia e fondamenta (delle antiche
Confraternite), scritte su tavole, su pareti, e
persino impresse sugli stessi vetri, a
memoria per la posterità.

3. E quel che è più grande, è che
l’Ordine di San Domenico, detto della
Penitenza, cominciò ad esistere, proprio a
partire da tali origini.

4. Tutti i Fratelli e le Sorelle del suo
Ordine, infatti, secondo l’esempio e
l’ammaestramento di San Domenico, hanno
sempre servito, con somma devozione e
amore, Me e il Figlio mio, in questo Rosario
della SS. Trinità, tanto che, ciascuno dei
Fratelli, ogni giorno offriva almeno, quasi
come un dovere quotidiano, l’intero Rosario.

E per questo motivo:

5. Quanto più a lungo è durato il
Rosario in questo Ordine Santo, tanto più a
lungo la scienza, la sapienza, l’osservanza,
la fama dei miracoli, la gloria presso Dio e
gli uomini sono fioriti smisuratamente in
esso.
Ma quando venne meno il Rosario,
immediatamente venne meno l’Ordine dei
Predicatori: ivi, ora solo le mura, i quadri e i
Libri (delle Confraternite) e le iscrizioni
degli antichi testimoniano quello che gli
uomini non possono più raccontare.

6. Questi (uomini), pieni delle
ricchezze dello Spirito, erano convinti che
se, qualcuno di essi, un giorno, avesse
tralasciato (di dire) il Rosario, avrebbe
perduto un giorno.

7. Mediante il Rosario, quanti immensi
miracoli e prodigi avvennero, che
risuonarono in tutta la Spagna, l’Italia, la
Francia e quasi in tutto il mondo!
E furono tanti e tali, che superarono il
numero dei miracoli fino a quel momento!
E, se si potessero raccogliere e
scrivere, non basterebbero mastodontici
volumi.

8. Mediante (il Rosario), si rimane
stupiti per le straordinarie conversioni di
peccatori e di peccatrici: ovunque, nelle
Chiese e nei Santuari, sgorgavano lacrime e
gemiti, si udivano (peccatori convertiti)
battersi il petto, erano fervorose le
Confessioni, e, cosa mirabile, persino di
fanciulli e di delicate fanciulle; cose,
queste, che oggi appaiono incredibili!
Avresti pensato, guardando la quasi
maggior parte (dei fedeli), che degli Angeli
abitassero la terra.

9. Per quale motivo (avveniva questo)?
Perché il fervore della (loro) Fede faceva
fuggire gli Eretici, e ciascuno desiderava
offrire la sua vita per la Fede, per
conseguire il Premio eterno.

VI. “L’invincibile eroe, Simone di
Montfort, apprese il Mio Rosario dal Maestro
Domenico, e, con tutto l’esercito, soleva
recitarlo abitualmente, e, mediante esso,
sconfisse, disperse, allontanò, e estirpò i
nemici.
Il trionfo dei (suoi) uomini sui nemici,
ottenuta dal Cielo per la loro fede, superano
finanche le gesta (eroiche) della storia.


1. Ad Albigio, con cinquecento uomini,
(Simone di Montfort) sbaragliò e mise alla
fuga diecimila eretici.

2. Un’altra volta, con trenta dei suoi,
ne vinse tremila.

3. Un’altra volta, infine, con tremila dei
suoi, in una battaglia, nei pressi di Tolosa,
sconfisse il re degli Aragonesi ed il suo
esercito, che contava più di ventimila
(uomini): e arrivò a vincere, con una sola
battaglia, l’intera guerra.

4. Grazie alla forza divina del Rosario,
che essi portavano sempre con sè, quando
alle volte capitava loro di incorrere in
inaspettati ed pericolosi nemici, essi erano
invincibili.

5. Ai nemici appariva, che non più di
cento Montfortani, riempissero quasi tutta
quella superficie, essendo venuti in aiuto, in
verità, i Miei Angeli.
E (per non parlare) della forza del
Rosario, nelle parole di San Domenico
(chiamato) il martello degli eretici, la cui
milizia, in terra e in mare, nei suoi tranquilli
conventi, non faceva cose di minor
importanza, anzi, più grandi ancora”.

VII. I frutti e le opere del Rosario sono
inenarrabili:


1. Il restauro, la costruzione e
l’abbellimento di nuove Chiese,
l’accoglienza dei forestieri, gli Altari; la
grazia di tante grandiose Rivelazioni, Segni
e Prodigi; la santità della vita, l’onestà dei
costumi, ed il candore degli animi; il
disprezzo del mondo; l’onore e la
glorificazione della Chiesa; la rettitudine dei
Prìncipi; la serenità nelle Città, la pace tra i
cittadini, l’educazione nelle famiglie.

2. Per non parlare degli operai, della
servitù, e dei salariati, ciascuno dei quali
era tenuto in considerazione e stimato.
Essi non mettevano mano ad un’opera,
se prima non Salutavano Me ed il (Mio)
Figlio, nel Rosario; e non si
addormentavano, se prima non
concludevano quel giorno con un momento
di preghiera verso Dio, con le ginocchia
piegate a terra.
So che molti, se si erano messi a letto
e ricordavano che non avevano ancora
compiuto il loro consueto dovere quotidiano
della recita del Rosario, balzavano subito
fuori dal letto coniugale (per recitare il
Rosario).

3. Il Rosario, è stimato sia dai buoni
che dai malvagi, ma solo i più devoti
saranno (Con)fratelli di Maria nel Rosario.
Quando si vedeva qualcuno licenzioso
nei costumi o riprovevole, vi era l’usanza di
dire, che quello non faceva proprio parte
della Confraternita del Rosario.

4. Nel tuo e anche Mio Ordine, devi
sapere che, quando qualcuno diventava
negligente, gli veniva detto: Fratello, o non
dici il Rosario della Beata Vergine, o non
preghi devotamente! E si vedevano più
Fratelli assorti nel Coro a recitare il Rosario,
di quanti ve ne fossero nelle celle o nella
biblioteca!

5. Ascoltino tutti, con quanta Gloria,
un tempo, Io ero onorata in quest’Ordine!
E vedano, quanta è la distanza da
allora!
Dov’è, ora, (nell’Ordine) l’immenso
numero di miracoli di allora?
Dov’è (finito) quel gran numero di
uomini santi?
Dov’è quella solidità della formazione e
la robustezza della vita?
Dov’è quello lo zelo per la salvezza di
tante anime?
Io e il (Mio) Figlio desideriamo tanto la
vostra perfezione e la vostra salvezza, e ora
siamo addolorati per il disinteresse e la
negligenza verso il Rosario.

Ti dico che, se potessimo avere ancora
la natura umana, proveremmo sofferenza,
ma ora le lacrime sono finite e sono un
ricordo lontano”.

Stiano attenti coloro che priveranno
Me ed il Figlio Mio dell’Onore del Rosario.


Provino a rialzarsi, grazie a Me, che
sono la Regina Amorevole, Misericordiosa e
dei Domenicani, e ritornino al più presto e
più devotamente ai Rosari dei Padri e delle
Suore d’un tempo."

(Beato Alano della Rupe o.p.
STORIA, RIVELAZIONI E VISIONI (DEL ROSARIO)
LIBRO SECONDO: CAPITOLO XVII )


www.beatoalano.it
ilsantorosario
"...Stiano attenti coloro che priveranno Me ed il Figlio Mio dell’Onore del Rosario.
Provino a rialzarsi, grazie a Me, che sono la Regina Amorevole, Misericordiosa e dei Domenicani, e ritornino al più presto e più devotamente ai Rosari dei Padri e delle Suore d’un tempo."