(2di3) Anche nella Seconda Parte, sono sufficienti i titoli e i sottotitoli per una ulteriore conferma di quanto detto: ecologia integrale - distruzione estrattivista - popoli nelle periferie e vulnerabili - migrazione - urbanizzazione - le famiglie amazzoniche - multiculturalità - corruzione - medicina tradizionale - educazione come incontro - conversione ecologica. La natura socio-ecologica …Altro
(2di3) Anche nella Seconda Parte, sono sufficienti i titoli e i sottotitoli per una ulteriore conferma di quanto detto: ecologia integrale - distruzione estrattivista - popoli nelle periferie e vulnerabili - migrazione - urbanizzazione - le famiglie amazzoniche - multiculturalità - corruzione - medicina tradizionale - educazione come incontro - conversione ecologica. La natura socio-ecologica della seconda parte è talmente palese che mi limito a tre sole osservazioni:
- proporre la promozione del ruolo della donna amazzonica senza neppure citare innanzitutto il primato e il ruolo insostituibile (unico nell'intero universo) della sua maternità umana non è neppure sociologia cristiana
- "ricuperare i miti e attualizzare i riti che contribuiscono alla conversione ecologica" (104) è snaturare i significati veri del mito e del rito e strumentalizzarli per un fine che non è l'annuncio del Vangelo
- non si propone mai la povertà evangelica come valore da amare e scegliere perché conforma a Cristo. Meglio sarebbe poi evitare espressioni tanto altisonanti quanto insignificanti come: volto amazzonico della Chiesa, conversione integrale, paradigmi interpretativi, esperienza cosmica pulsante nella famiglia, ecc. Dicono solo un vuoto culturale ed evangelico. L'enfasi infine data alla "Madre Terra" non potrà che farla sentire più importante della Madre di Dio e della Madre Chiesa che, non a caso, non sono mai neppure citate.
La Terza Parte è la più ecclesiale e proprio per questo, a mio avviso, la più equivoca e deludente:
- il volto amazzonico della Chiesa presenta una fisionomia per lo più sociologica, culturale, indigena, mai riferita al suo Volto Sponsale, al Corpo Mistico, alla Traditio Apostolica (107, 111, 114, 116)
- in liturgia (culmen et fons!), si raccomanda di assumere "riti, simboli, stili celebrativi delle culture indigene a contatto con la natura nel rituale liturgico e sacramentale". Si invita in pratica ad una sostituzione dei simboli e riti biblici dell'intera storia della salvezza scelti personalmente da Cristo con "nuovi segni, nuovi simboli, diverse forme di bellezza indigena" senza i quali la liturgia rimarrebbe "un pezzo da museo o un possesso di pochi". Espressioni volutamente vaghe (se non offensive!) che possono preludere paurosamente a un tale snaturamento della liturgia da non fondarla più sulla comunione col Risorto ("come tralci alla Vite") e sul suo Sacrificio Eucaristico ma su credenze pagane, facendola divenire praticamente eretica (124, 126). Già si sono diffuse legittimazioni (quando non sacrilegi taciuti dai Vescovi!) di abusi nella celebrazione dell'Eucaristica e nella liturgia in genere.
- l'affermazione del valore del celibato sacerdotale, anziché tradursi in esortazione ad una formazione seria e generosa dei seminaristi al celibato è improvvisamente trasformata in un progetto di formazione di sacerdoti coniugati. Il motivo della "carenza" di sacerdoti (motivo più numerico che ascetico!...) è contraddetto dall'evidenza della maggiore disponibilità dei sacerdoti celibi rispetto agli eventuali coniugati (129). Un'iniziativa poi che, nel tempo, porterà i giovani a prestare minore attenzione alla chiamata al celibato consacrato e accolta con gratitudine quale dono della condivisione del celibato di Cristo.
- ritengo sia una lacuna grave (secolarizzata e pseudofemminista) il non sottolineare e promuovere innanzitutto il ruolo materno ed educativo della donna quale mamma nella famiglia (129)
- l'invito ad una nuova vita consacrata (129) "alternativa, profetica, intercongregazionale, interistituzionale" che propone ai religiosi e religiose di "disimparare modelli, ricette, schemi e strutture prefissate" porterebbe a privarla dei propri fondamenti biblici, della proprie identità carismatiche, della spiritualità del proprio Fondatore/ice, della propria storia ecclesiale e congregazionale, perciò in pratica ad affossarla (quanto fatto dal "riformatore" Lutero)