Meditazione sul Giudizio universale – Padre Stefano Maria Manelli

La condanna dei reprobi all’Inferno eterno...
L’Inferno è infinitamente terrificante per la condanna alla perdizione eterna e per tutti i dannati, come è scritto nell’Apocalisse, «il fumo dei loro tormenti si alzerà nei secoli dei secoli» (Ap 14,11). Ecco quale sarà, infatti, la terrificante sentenza finale del Giudice divino, secondo la Parola di Gesù, Giudice supremo:

«“Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero pellegrino e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora il divin Giudice risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”» (Mt 25,41-45).

Quante cose orribili ci saranno al Giudizio universale per la parte dei reprobi! La vista di tutte le proprie colpe presentata e resa manifesta all’intera umanità provocherà nei condannati all’Inferno una vergogna orrenda, un disonore e una disperazione insieme, senza scampo! Essi vorrebbero letteralmente scomparire e anche annientarsi agli occhi di tutti, ma non sarà possibile fare nulla di nulla in quella terrificante situazione di condanna eterna inesorabile, secondo la Giustizia divina.

San Girolamo...
Questo grande Padre della Chiesa era vissuto per lungo tempo a Roma, fra le comodità e il lusso della città. Ma un giorno fu così grandemente impressionato dalla meditazione sul Giudizio di Dio, che volle ritirarsi in Terra Santa, a Betlemme, per immergersi nella Sacra Scrittura e restare in continua meditazione dei Novissimi, con aspre penitenze e lunghe preghiere.

Nella storia romana ...
Si racconta l’evento che capitò ad un nobile romano, Calpurnio Pisone, il quale aveva organizzato una congiura contro Nerone. Scoperto, il nobile fu costretto a comparire in senato, indossando la tunica infamante del reo. E allora fu assalito da un’estrema vergogna, vedendosi oggetto degli sguardi severi dei senatori seduti sui loro seggi. Prima ancora che gli accusatori iniziassero a esporre tutte le accuse contro Calpurnio Pisone, avvenne che egli, in un momento tragico di disperazione, traesse da sotto la tunica un pugnale e se lo conficco in seno, uccidendosi. Se questa fu la vergogna di un nobile accusato di fronte al senato romano (costituito di pochi uomini), che cosa sarà la confusione dei condannati al Giudizio universale di fronte a tutto il genere umano?...

San Giovanni Bosco...
A san Giovanni Bosco successe che nel dare, una sera, la buona notte ai suoi tanti ragazzi dell’oratorio, era molto addolorato e accorato perché doveva rimproverare i disordini che i ragazzi facevano contro la disciplina. Nel parlare, don Bosco si accorse che i ragazzi erano del tutto indifferenti alle sue parole e allora, come ispirato, disse: «Tu, N., fai opera diabolica con i tuoi discorsi, senza nessun rimorso di coscienza. Tu, X., oltre a fare il male per conto tuo, inizi i tuoi compagni a compiere atti turpi e rubi loro la veste dell’innocenza battesimale...; Tu..., Tu...». L’effetto di tali rivelazioni fu un grande silenzio, un sommesso piangere, un amaro e triste rivedere se stesso per una confessione generale, dando subito inizio a una vita più serena nell’Oratorio. E la scena di quella sera non si cancellò più dalla mente di tutti i ragazzi presenti... Ma se la rivelazione di alcune colpe davanti a un gruppo di ragazzi fece tanta impressione, quale sarà l’impressione spaventosa della rivelazione delle nostre colpe dinanzi a tutto il genere umano?...

Ecco perché il pensiero del Giudizio universale diventa utile anche per questo salutare timore che spinge a cambiare subito vita su questa terra, in modo da essere presenti a quella riunione di miliardi e miliardi di persone a cui far conoscere il nostro pubblico esame di coscienza personale con peccati in minor numero e meno vergognosi, a vista dell’intera umanità. Non è un’intenzione troppo nobile, questa, è vero, ma è un’intenzione almeno utile per offendere di meno Dio e per evitare UN ESEMPIO OSCENO DI SCANDALO UNIVERSALE.

L'artista Gaillard...

Al riguardo, è bene riferire, qui, quanto accadde nella vita dell’insigne incisore Gaillard, artista francese di grande fama. Nel 1860, mentre il Gaillard studiava a Perugia le opere del Perugino, strinse amicizia con un altro studioso francese, anch’egli impegnato nello studio del grande Perugino. Discutevano insieme anche su questioni religiose, ma per questo finirono col diventare due avversari, poiché Gaillard era incredulo, mentre il compagno era un fervente cattolico. Si vedevano quindi piuttosto raramente, ma l’ultima volta che si incontrarono fu a Roma e il Gaillard attaccò, secondo il suo solito, la vita di fede dell’amico, ma vedendo la sua fermezza adamantina, volle concludere dicendogli: «Tu sei giovane ancora: fra dieci anni ti aspetto a Parigi, e scommetto quanto vuoi, che allora avrai cambiato idea». Il giovane artista gli rispose così, senza alcuna animosità, ma molto seriamente: «Io non sono sicuro di trovarti fra dieci anni a Parigi... Però ti posso dare un altro appuntamento sicuro, e sai dove?... Al Giudizio universale: tu stesso allora mi darai senz’altro ragione». Il Gaillard avrebbe potuto sorridere a questo punto ma, spirito serio, restò impressionato e scosso da quell’audacia giovanile, frutto di mature convinzioni. «Addio – gli disse – mi ricorderò di queste tue parole». I due amici non si videro più sulla terra e si incontreranno di certo al Giudizio universale, e saranno sicuramente d’accordo, proprio perché Gaillard cambiò idea e morì frate... Francescano! Il pensiero del Giudizio universale lo aveva interamente convertito.

Non è possibile restare indifferenti a leggere e a riflettere su queste parole che san Paolo apostolo scrisse ai Tessalonicesi e che sono parole di verità luminose e roventi più della brace viva: «Il Signore Gesù [...] farà vendetta di coloro che non hanno voluto conoscere Dio e non obbediscono al Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo. Essi saranno puniti di eterna dannazione» (2Ts 1,8-9). L’esperienza di molti convertiti è appunto legata alla verità di queste parole divine che hanno spezzato le catene degli errori e dei vizi che li legavano, schiavizzandoli inesorabilmente al «padre della menzogna» (Gv 8,44).

Padre Stefano Maria Manelli,
Fondatore dei Francescani dell'Immacolata
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I Novissimi – Le realtà ultime della vita dell'uomo.
Tutto sui Novissimi ovvero quelle verità di fede sulle realtà ultime che hanno costutuito da sempre materia di seria meditazione per il popolo di Dio e di cui la neochiesa, ormai da tempo, non parla più con grande danno delle anime che non pensano più alla vita futura e alle conseguenze eterne delle proprie azioni.Altro
I Novissimi – Le realtà ultime della vita dell'uomo.

Tutto sui Novissimi ovvero quelle verità di fede sulle realtà ultime che hanno costutuito da sempre materia di seria meditazione per il popolo di Dio e di cui la neochiesa, ormai da tempo, non parla più con grande danno delle anime che non pensano più alla vita futura e alle conseguenze eterne delle proprie azioni.