Dagli Usa il microchip sottocutaneo che rileva il SARS-CoV-2
Un futuro in cui non ci saranno più pandemie e dove i virus sarebbero bloccati prima che si sviluppino i sintomi, potrebbe essere una realtà.
Il Defence Advanced Research Project Agency (DARPA), un’unità del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, avrebbe messo a punto un microchip sottocutaneo in grado di riscontrare il Sars-Cov2 prima che si presentino i sintomi.
L’idea di sviluppare il microchip è venuta osservando i contagi sulla portaerei americana USS Theodore Roosevelt, dove 1.271 membri dell’equipaggio sono risultati positivi.
Il microchip, che secondo quanto riferito dal Pentagono non dovrebbe tracciare i movimenti, è contenuto in un gel simile a un tessuto ed è progettato per testare se nel sangue dei pazienti è presente un virus. “Lo si mette sotto la pelle e informa se ci sono reazioni chimiche in corso all’interno del corpo, in caso positivo significa che nelle ore successive si potrebbero sviluppare dei sintomi”, ha spiegato il colonnello in pensione Matt Hepburn, un medico dell’esercito specializzato in malattie infettive.
Il microchip infatti rivelerebbe la presenza del virus in 3-5 minuti, permettendo di agire di conseguenza.
Oltre al microchip rilevatore del coronavirus, il team DARPA ha inventato anche un filtro per dialisi in grado di rimuovere il virus dal sangue. “Si fa passare il sangue attraverso il filtro e questo elimina il virus” spiega il colonnello Hepburn. Il filtro è stato utilizzato per curare la moglie di un militare, ricoverata in terapia intensiva a causa del virus con insufficienza d’organo e shock settico. La donna si sarebbe ripresa completamente dopo pochi giorni.
Al di là dei toni trionfalistici, sono in molti a domandarsi se sia davvero il caso di riempire il corpo di microchip, trasformando gli esseri umani in semi-androidi. Il tutto mascherato da progresso scientifico.
Per il professor Hepburn non ci sono dubbi: “Certo, questo è il bello del nostro modello di ricerca. Sfidiamo la comunità per trovare soluzioni che potrebbero sembrare fantascienza. E siamo molto disposti a correre rischi con investimenti che potrebbero anche non portare ai risultati sperati. Ma se al contrario i risultati arrivano, possiamo trasformare completamente il mondo”.
Il punto è proprio su come si intenderebbe trasformare il mondo, perché nel tentativo di liberarlo dalle malattie lo si renderebbe forse meno “umano”. Un luogo apparentemente perfetto in cui la vita sarebbe costantemente sotto controllo. Un prezzo che, ci diranno, varrà la pena di pagare, per raggiungere l’immortalità.
Fonte:
byoblu.com/…il-microchip-sottocutaneo-che-rileva-il-sars-cov2/-rileva-il-sars-cov2/
Il Defence Advanced Research Project Agency (DARPA), un’unità del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, avrebbe messo a punto un microchip sottocutaneo in grado di riscontrare il Sars-Cov2 prima che si presentino i sintomi.
L’idea di sviluppare il microchip è venuta osservando i contagi sulla portaerei americana USS Theodore Roosevelt, dove 1.271 membri dell’equipaggio sono risultati positivi.
Il microchip, che secondo quanto riferito dal Pentagono non dovrebbe tracciare i movimenti, è contenuto in un gel simile a un tessuto ed è progettato per testare se nel sangue dei pazienti è presente un virus. “Lo si mette sotto la pelle e informa se ci sono reazioni chimiche in corso all’interno del corpo, in caso positivo significa che nelle ore successive si potrebbero sviluppare dei sintomi”, ha spiegato il colonnello in pensione Matt Hepburn, un medico dell’esercito specializzato in malattie infettive.
Il microchip infatti rivelerebbe la presenza del virus in 3-5 minuti, permettendo di agire di conseguenza.
Oltre al microchip rilevatore del coronavirus, il team DARPA ha inventato anche un filtro per dialisi in grado di rimuovere il virus dal sangue. “Si fa passare il sangue attraverso il filtro e questo elimina il virus” spiega il colonnello Hepburn. Il filtro è stato utilizzato per curare la moglie di un militare, ricoverata in terapia intensiva a causa del virus con insufficienza d’organo e shock settico. La donna si sarebbe ripresa completamente dopo pochi giorni.
Al di là dei toni trionfalistici, sono in molti a domandarsi se sia davvero il caso di riempire il corpo di microchip, trasformando gli esseri umani in semi-androidi. Il tutto mascherato da progresso scientifico.
Per il professor Hepburn non ci sono dubbi: “Certo, questo è il bello del nostro modello di ricerca. Sfidiamo la comunità per trovare soluzioni che potrebbero sembrare fantascienza. E siamo molto disposti a correre rischi con investimenti che potrebbero anche non portare ai risultati sperati. Ma se al contrario i risultati arrivano, possiamo trasformare completamente il mondo”.
Il punto è proprio su come si intenderebbe trasformare il mondo, perché nel tentativo di liberarlo dalle malattie lo si renderebbe forse meno “umano”. Un luogo apparentemente perfetto in cui la vita sarebbe costantemente sotto controllo. Un prezzo che, ci diranno, varrà la pena di pagare, per raggiungere l’immortalità.
Fonte:
byoblu.com/…il-microchip-sottocutaneo-che-rileva-il-sars-cov2/-rileva-il-sars-cov2/