E’ vero che a pensar male è peccato: ma spesso ci si azzecca!

La nuova nomina del nuovo vescovo in Perù, discepolo di Gustavo Gutiérrez... ci riporta indietro nel tempo e cancella la condanna di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI... contro la Teologia della Liberazione, trasformata oggi in teologia del popolo
E' vero che a pensar male è peccato: ma spesso ci si azzecca! ✍️ cronicasdepapafrancisco.com/…/e-vero-che-a-pe…

«.. la Chiesa del Vangelo è strutturata in profondità dalla legge d’Incarnazione. È assai più di una Chiesa di segni e di figure. (…) La Chiesa indubbiamente non desisterà mai dal ricordare ai governanti, in nome stesso del Vangelo, i loro precisi doveri di capi del potere temporale, di un temporale che deve essere influenzato e orientato dall’alto mediante la luce del Vangelo, e che deve rispettare, fra le altre, le libertà divine delle anime. Ma per nulla fa affidamento su di essi per conservare i popoli cristiani nell’ortodossia e per convertire le razze di colore alle beatitudini del Discorso della Montagna. (..) Non saremo, così, più bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, alla mercè dell’inganno degli uomini, della loro astuzia nel macchinare l’errore…» (cardinale Charles Journet – Teologia della Chiesa)

Questa “cronicas…” è un tantino impegnativa e parte da una notizia pubblicata qui da Aldo Maria Valli e che, purtroppo, non ha avuto la diffusione che merita, perché ci aiuta a capire alcune dinamiche – il progetto – dei Gesuiti Modernisti in America Latina…. Abbiate la pazienza di seguire il discorso.

Dopo che per 25 anni, Giovanni Paolo II insieme a Ratzinger poi Benedetto XVI, hanno tentato in tutti i modi di spegnere i riflettori sulla Teologia della Liberazione (TdL) condannandone i contenuti come “anticattolici ed antidottrinali“, ammonendo e riprendendo il fondatore Gutiérrez e ammonendo gli stessi Gesuiti, Bergoglio alias Papa Francisco, ci riporta al punto di partenza e, naturalmente, non con la TdL ma con la sua variante tanto a lui cara: la Teologia del Popolo (TdP). Ma come regola impone: l’addizione gode di alcune proprietà basilari. È commutativa, ovvero cambiando l’ordine degli addendi la somma non cambia. È associativa, ovvero quando si sommano più di due numeri, il risultato è lo stesso indipendentemente dall’ordine in cui vengono effettuate le addizioni…

La questione Latinoamericana è molto complessa e deve essere inquadrata – onestamente – in quel “gesuitismo novatoredel quale troverete qui ricco dossier. Fattore scatenante di questa apostasia, provocata da questo gesuitismo modernista, è stata la cosiddetta “ingiustizia sociale”. Sconfiggere tale “ingiustizia sociale” è sempre stata la “buona intenzione” della stragrande maggioranza dei falsi profeti e dei cattivi maestri (cliccare qui), ma il modo adottato, questa “nuova pastorale”, ha condotto inesorabilmente all’apostasia, dal momento che si è voluto procedere dissociandosi dalla tradizione della Chiesa (Dottrina sociale della Chiesa, come del resto denunciava Giovanni Paolo II e lo stesso Benedetto XVI nelle visite in quei Paesi, e come denuncia lo stesso professore Stefano Fontana, oggi, su La Chiesa di Karl Rahner). Del resto, la dottrina cattolica insegna che il fine non giustifica i mezzi mentre, a quanto pare, per Bergoglio è esattamente il contrario.

Che Papa Francesco stia sdoganando il progetto gesuitico della XXXII Congregazione guidata da Pedro Arrupe degli anni ’70, è fuori discussione – vedi qui e non è un problema solo “sociale” quanto anche e gravemente dottrinale – vedi qui. E allora, che cosa è accaduto di così grave? Un avvicendamento tra un vescovo che lascia ed uno che arriva, non è infatti la “notizia del giorno”, sono atti normalissimi e legittimi e dovere di un Pontefice… ciò che possiamo sondare è allora cosa si muove dietro certe nomine.

Non ci vogliamo intrufolare nelle discussioni del “mi piace – non mi piace“, schieramenti dei pro o dei contro, ma prendere atto dei fatti, lasciando poi ogni lettore elaborare con la propria ragione sui contenuti.

Dunque: a casa il cardinale arcivescovo di Lima, Juan Luis Cipriani Thorne, per raggiunti limiti di età… e dentro il discepolo fedele della TdL Gustavo Gutiérrez, attualmente un semplice sacerdote don Carlos Castillo… Riporta Aldo Maria Valli e che naturalmente condividiamo:

Ma chi è Carlos Castillo? Egli stesso si definisce “allievo” di Gustavo Gutiérrez, ritenuto il fondatore della teologia della liberazione, ma propone oggi qualcosa di diverso, una “teologia della rigenerazione”, come spiegava in questa intervista a Mauro Castagnaro del mensile Jesus nel gennaio 2004, nella quale, alla domanda su come la Bibbia concepisce la storia, rispondeva “la concepisce come storia di oppressione da cui liberarsi”.

Ora… per chi conosce bene la Dottrina sociale della Chiesa… dovrebbe anche sapere che questo modo di concepire la Scrittura è falso, fuorviante, apostata fino a rasentare l’eresia perchè, la vera liberazione di cui parla la Bibbia – con l’avvento e l’Incarnazione di Dio – non è la liberazione “sociale” ma quella liberazione dalla CONDIZIONE DEL PECCATO CHE CONDUCE AD OGNI SCHIAVITU’. Questo modo di ragionare e procedere, che è il vero ribaltamento, è anche il “nuovo progetto” del gesuitismo modernista.

E’ vero che Bergoglio fu talmente contro la TdL tanto da vivere un eterno conflitto all’interno della Compagnia, e così tanto da averne fatto un eroe agli occhi stessi di Giovanni Paolo II che non volle ascoltare i consigli di chi gli “sconsigliava” di farlo vescovo… ma ciò che all’epoca non si volle guardare e soppesare fu che – Bergoglio – era interessato ad un’altra forma di teologia, quella del Pueblo… vedi qui, che non cambiava nulla dalla matrice ideologica e sociale della liberazione, ma solo avanzava senza armi, senza violenza e facendo del Pueblo la nuova forza dominante anche nella Chiesa. Un esempio chiarificatore fu il caso cileno nel 1984, cliccare qui.

Riporta ancora Aldo Maria Valli:

Quanto il pensiero di Castillo sia sovrapponibile a quello di Francesco si può notare da questo passaggio di un’intervista che il nuovo arcivescovo di Lima diede a Mondo e missione: «….La sfida della diversità di esperienze porterà ancora a forme teologiche diversificate, assistite dalla stessa spiritualità, e ci aiuterà a costruire più una Chiesa “casa-ospedale da campo” (come dice Papa Francesco) che una Chiesa “cattedrale”. È quello il futuro di Chiesa che ci attende in America Latina, più vicina al Regno come progetto accogliente e aperto, che come sistema chiuso e formale, dove i poveri, specialmente i giovani, possano guarire le loro ferite, e diventare soggetti umani e storici di vita feconda. Ecco il compito delle teologie e dei teologi. Anche in questo, Francesco apre un orizzonte ampio che rilancia la ricerca teologica latinoamericana in diverse direzioni, ma con lo stesso spirito della scelta preferenziale per i poveri».

Tutto “bello e tutto normale” direte voi, dimenticando però che già l’esprimere il concetto di teologia al plurale significa smembrarla ed alienarla, associandola in qualche parte alle mode del momento. Non più una sola teologia, quella Cattolica e dunque universale valida ovunque, quella della Dottrina sociale della Chiesa, ma più “teologie” adattabili ad una chiesa “ospedale da campo“, la famosa frase che fu di Pedro Arrupe, per chi non lo sapesse, fatta propria da Bergoglio.

E’ la Teologia del Pueblo! Una Chiesa non più docente in dottrina, ma accompagnatrice nel sociale… I temi assai cari espressi da don Castillo sono quelli cari a Bergoglio: l’accoglienza, la misericordia, l’ecologia integrale, i percorsi di solidarietà con i poveri. E LA CONVERSIONE AL CRISTO? E la conversione dai peccati? Facendo un excursus storico, don Castillo denuncia – strumentalizzando il caso del vescovo domenicano Bartolomé de Las Casas (1484-1566), come l’uso della dottrina cattolica finì per distruggere le popolazioni indigene…. e di come sia giunta – finalmente – l’ora del RISCATTO DEL POPOLO…. al quale spetta di “creare nuove teologie popolari” (la famosa chiesa dal basso), senza l’impiego delle armi ovvio, ma della forza numerica e dell’appoggio sociale (non dottrinale) della Chiesa.

Ci sarebbe molto altro da dire… ma queste sono solo “cronache” e l’argomento è molto complesso, una complessità che – come tutte le questioni create dagli uomini – generano confusione e imbrigliamenti e che però facilitano la strada ai “novatores”, i rivoluzionari come è bene definirli, spianando la strada al progetto della chiesa di Papa Francesco che è frutto NON del concilio, ma di quello “spirito” che però fu condannato dai suoi Predecessori, anche se poi nei fatti non fecero nulla, o più di tanto, per sradicare il male e l’errore alla radice, ma piuttosto hanno essi stessi promosso personaggi molto discutibili, che oggi governano nella Chiesa.

Qualcuno dovrebbe chiedersi quanto segue: come mai per oltre 30 anni – almeno dagli anni ’70 e fino alla nomina a pontefice – Jorge Mario Bergoglio fu avverso ed avversato dai Gesuiti messi in riga da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI, che mai frequentò e che quando veniva a Roma evitava di incontrare diligentemente tanto da non soggiornare mai tra i “confratelli”, ma in una pensione ecclesiastica per il Clero? E come mai, dopo essere stato eletto Papa è sbocciato l’amore gesuitico a tal punto da averli oggi alla guida di imponenti punti nevralgici nella Chiesa e persino nella Congregazione per la Dottrina della Fede, dopo aver defenestrato il cardinale Muller? E si pensi bene al fatto che – i gesuiti che oggi lo sostengono – sono i propagatori di quelle teologie denunciate e condannate dai Papi precedenti.

Concludiamo con le parole di un saggio cardinale:

«Secondo la classica tesi protestante, questa appropriazione della redenzione di Cristo avviene mediante la fede, intesa come una fiducia in Cristo che produce nel fedele una completa convinzione della propria salvezza. E così avviene che quelli che si appropriano la redenzione di Cristo, continuano ad essere, realmente e intrinsecamente, peccatori; però, Dio imputa loro la giustizia di Cristo, li copre del mantello di Cristo, e li considera giusti. Sicché la Chiesa e Cristo formano insieme una sola persona giuridica e la giustizia di Cristo passa alla Chiesa come il peccato della Chiesa passa a Cristo, che è stato fatto per noi «peccato» e «maledizione». Ma la dottrina cattolica dell’appropriazione, la dottrina tradizionale è tutta diversa.» (cardinale Charles Journet – Teologia della Chiesa)

Laddove è vero che a pensar male si fa peccato e chiediamo perdono a Dio… è anche vero che molte volte ci si azzecca. Non chiediamo consensi, ma le prove ed argomenti che, dopo aver verificato quanto da noi riportato, possano indurci a dire: scusateci, abbiamo sbagliato tutto.
Pietro da Cafarnao
Dai loro frutti li riconoscerete. Diceva Gesù. Perciò riconoscere chi semina gli errori e fa violenza a quei piccoli che credono è un grande atto di misericordia e di giustizia verso i credenti. È un grande dovere quello di difendere i piccoli che credono da coloro che scandalizzano il popolo di Dio, seminando eresie ed errori dottrinali. Guai a chi semina questi scandali e scandalizza i credenti …Altro
Dai loro frutti li riconoscerete. Diceva Gesù. Perciò riconoscere chi semina gli errori e fa violenza a quei piccoli che credono è un grande atto di misericordia e di giustizia verso i credenti. È un grande dovere quello di difendere i piccoli che credono da coloro che scandalizzano il popolo di Dio, seminando eresie ed errori dottrinali. Guai a chi semina questi scandali e scandalizza i credenti. Sappiamo della macina al collo del santo Vangelo che si riferisce a coloro che scandalizzano non tanto i bambini ma a coloro che sono piccoli nella fede, e hanno mosso appena i primi passi nella fede e magari sono molto avanti nell'età. Guai ai seminatori di scandali e di iniquità, perché nell'Apocalisse di S.Giovanni Apostolo è scritto che finiranno nella fornace ardente.
Paolo di Tarso condivide questo
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Ottimo articolo
Don Reto Nay
Azzeccare non è un peccato.