No, non è in gioco la banale questione di un libro di Radio Spada ma la mancata lettura di quest'ultima alla realtà più profonda dei fatti!!!
Approfitto della pazienza dei benevoli lettori per esporre alcune considerazioni riguardanti il rapporto tra Radio Spada e la crisi del mondo cattolico che ha fatto uscire un recente libro qui pubblicizzato e che, sia bene inteso, NON mi interessa attaccare perché le mie osservazioni hanno ben altra portata di una ridicola e infantile contrapposizione.
A livello di pelle ho sempre avuto la sensazione che quell'organizzazione ha alcune persone (spero non tutte!) con uno stile piuttosto ideologizzato, ossia non disponibile ad un sincero e paritario confronto di idee.
Il mio ultimo rapporto con esse, in questo blog, me lo ha confermato, visto che sono stato bloccato, con la ridicola accusa di non essere all'altezza di poter apportare critiche, commento abbastanza arrogante dal momento che io critico le idee, non le persone, e qui invece si critica me stesso senza conoscermi. Tipico atteggiamento da tribuna politica di basso livello condito magari con vittimismo, complimenti!
A parte che titoli ne ho e conoscenze pure, ma lasciamo perdere che qui non è in gioco una banale questione personale. Quello che a mio avviso è la radice del problema cattolico odierno non sono opinioni ma fatti: l'autorità, intesa come autoritarismo, ha sorpassato e surclassato la tradizione, stabilendo una tradizione nuova per ogni epoca e convenienza.
"La novità di ieri è la tradizione di oggi, la novità di oggi, sarà la tradizione di domani", rispondeva Giovanni XXIII a chi criticava le novità in nome della tradizione.
Questo atteggiamento fa emergere che dinnanzi allo scorrere del tempo ciò che è stabile e determinante è solo l'autorità e il perdurare della stessa nella Chiesa, dato estremamente problematico perché espone la Chiesa ad ogni vento di cambiamento e fa fondare l'autorità solo su se stessa, non sulla custodia e la trasmissione della Rivelazione.
Perfino per Ratzinger il perdurare del "soggetto Chiesa" nel tempo (leggi "autorità ecclesiastica") è un elemento invariabile e può stabilire la variabililtà di molte tradizioni a sostegno della tradizione. La validità delle scelte della gerarchia è sempre tale, indipendentemente da tutto, semplicemente perché.... proviene dalla gerarchia!!!
Si determina, dunque, un'autorità fine se stessa che finisce nella pratica (se non già nella teoria) a cambiare la natura stessa della Chiesa che, da trasmettitrice dell'ethos apostolico, diviene prona al mondo e all'interpretazione capricciosa o soggettiva di questo o quel papa o prelato.
"Il papa ha talmente tanta autorità, da poter riscrivere i Vangeli", commentavano certi canonisti all'epoca di Innocenzo III. Questo concetto nasce da un' ebbro concetto autoritaristico. Non si è diffuso subito e non è stato assunto nella teologia ma, progressivamente, si è attuato nella prassi. Non serve contrastare i fondamenti dogmatici quando, nella pratica, li si svuota di significato, come sa magistralmente fare Bergoglio! D'altronde, che significa la recente variazione del Padre Nostro, se non una riscrittura del Vangelo in nome dell'autorità papale? E se il papa fa questo, ogni prelato si sente di fare qualcos'altro di simile a livello diocesano.
Il soggettivismo di lutero, che così tanto accarezza il narcisismo di molti odierni chierici per farli sentire ORIGINALI PROTAGONISTI, si attua nella gerarchia ma mostra delle inaspettate e antiche radici già in qualche fanatico canonista medioevale!
Incredibile, vero?
Ciò posto, non è strano che proprio nella galassia tradizionalista un noto "monsignore" un giorno mi abbia detto: "La Chiesa? E' solo il papa e i cardinali la Chiesa, nessun altro!!". Evviva! Dunque l'autoritarismo si è fatto dogma nella testa di quel "prelato"!!!
Oggi, la situazione si è così corrosa da accomunare sia tradizionalisti che progressisti, in un forte concetto di autorità/autoritarismo, dove l'aspetto della tradizione cade in secondo piano o viene dato per scontato quando mai lo è.
Infatti: i tradizionalisti si appellano ad un papa tradizionalista che finalmente rimetta ordine, i progressisti ad un papa della loro setta che continui l'opera disgregatoria in nome di un "aggiornamento".
Entrambi si fermano alla pura e semplice autorità, dimenticando che il fondamento della Chiesa è nella Rivelazione, una causa trascendente, non puramente umana, che si serve della tradizione come trasmissione nei secoli della sua essenza. Il PRIMATO della tradizione rimane ancora un dettaglio secondario in balia dell'autorità, quando questa si degnerà di porci attenzione, non come qualcosa che ha AUTORITA' per se stessa perché FONDATA e voluta da Cristo stesso. I due partiti ("tradizionalisti" e setta progressista) partono da lati opposti ma soffrono, in modo differente, di un vero e proprio arianesimo ecclesiologico che consiste nel ritenere l'umano de facto l'unica cosa veramente determinante mentre il divino rimane sullo sfondo con la sua tradizione a fare da tapezzeria, quando va bene!
E VI PARE POCO?!?!?!
Per approfondire queste mie argomentazioni ci vorrebbe un'altra sede, rispetto ad un post, approfondimenti e citazioni che qui non è possibile fare.
Quanto mi sta a cuore evidenziare è che chi cancella queste mie argomentazioni (come è successo in un mio appunto ad opera di un "radiospadista") si da la zappa sui piedi ed evidentemente NON SA rispondere forse perché fa comodamente girare sempre la stessa acqua, sempre e solo quella, dove non si va oltre ad un certo punto: la Chiesa è solo una questione di autorità umana! Buonanotte!
Certo, ci sono molti che non sanno neppure l' ABC e che possono trarre giovamento perfino da un libro di Radio Spada! Dio può certamente servirsi di tutto ma non per far permanere la persona al semplice ABC.
Dio ci chiede anche di RAGIONARE, non di imparare gli assiomi e ripeterli a pappagallo!
Bisogna andare oltre senza chiudere gli occhi perché inutile oltreché sciocco. Divenire cristiani non significa fare voto di stupidità alla mercé del primo ridicolo ducetto di turno.
Ma se è questo lo spirito di alcuni animatori di Radio Spada, siamo nella miopia e faziosità più assoluta che non permette di fare grandi passi, tanto meno di "rinnovare" davvero il povero esangue Cattolicesimo.
A livello di pelle ho sempre avuto la sensazione che quell'organizzazione ha alcune persone (spero non tutte!) con uno stile piuttosto ideologizzato, ossia non disponibile ad un sincero e paritario confronto di idee.
Il mio ultimo rapporto con esse, in questo blog, me lo ha confermato, visto che sono stato bloccato, con la ridicola accusa di non essere all'altezza di poter apportare critiche, commento abbastanza arrogante dal momento che io critico le idee, non le persone, e qui invece si critica me stesso senza conoscermi. Tipico atteggiamento da tribuna politica di basso livello condito magari con vittimismo, complimenti!
A parte che titoli ne ho e conoscenze pure, ma lasciamo perdere che qui non è in gioco una banale questione personale. Quello che a mio avviso è la radice del problema cattolico odierno non sono opinioni ma fatti: l'autorità, intesa come autoritarismo, ha sorpassato e surclassato la tradizione, stabilendo una tradizione nuova per ogni epoca e convenienza.
"La novità di ieri è la tradizione di oggi, la novità di oggi, sarà la tradizione di domani", rispondeva Giovanni XXIII a chi criticava le novità in nome della tradizione.
Questo atteggiamento fa emergere che dinnanzi allo scorrere del tempo ciò che è stabile e determinante è solo l'autorità e il perdurare della stessa nella Chiesa, dato estremamente problematico perché espone la Chiesa ad ogni vento di cambiamento e fa fondare l'autorità solo su se stessa, non sulla custodia e la trasmissione della Rivelazione.
Perfino per Ratzinger il perdurare del "soggetto Chiesa" nel tempo (leggi "autorità ecclesiastica") è un elemento invariabile e può stabilire la variabililtà di molte tradizioni a sostegno della tradizione. La validità delle scelte della gerarchia è sempre tale, indipendentemente da tutto, semplicemente perché.... proviene dalla gerarchia!!!
Si determina, dunque, un'autorità fine se stessa che finisce nella pratica (se non già nella teoria) a cambiare la natura stessa della Chiesa che, da trasmettitrice dell'ethos apostolico, diviene prona al mondo e all'interpretazione capricciosa o soggettiva di questo o quel papa o prelato.
"Il papa ha talmente tanta autorità, da poter riscrivere i Vangeli", commentavano certi canonisti all'epoca di Innocenzo III. Questo concetto nasce da un' ebbro concetto autoritaristico. Non si è diffuso subito e non è stato assunto nella teologia ma, progressivamente, si è attuato nella prassi. Non serve contrastare i fondamenti dogmatici quando, nella pratica, li si svuota di significato, come sa magistralmente fare Bergoglio! D'altronde, che significa la recente variazione del Padre Nostro, se non una riscrittura del Vangelo in nome dell'autorità papale? E se il papa fa questo, ogni prelato si sente di fare qualcos'altro di simile a livello diocesano.
Il soggettivismo di lutero, che così tanto accarezza il narcisismo di molti odierni chierici per farli sentire ORIGINALI PROTAGONISTI, si attua nella gerarchia ma mostra delle inaspettate e antiche radici già in qualche fanatico canonista medioevale!
Incredibile, vero?
Ciò posto, non è strano che proprio nella galassia tradizionalista un noto "monsignore" un giorno mi abbia detto: "La Chiesa? E' solo il papa e i cardinali la Chiesa, nessun altro!!". Evviva! Dunque l'autoritarismo si è fatto dogma nella testa di quel "prelato"!!!
Oggi, la situazione si è così corrosa da accomunare sia tradizionalisti che progressisti, in un forte concetto di autorità/autoritarismo, dove l'aspetto della tradizione cade in secondo piano o viene dato per scontato quando mai lo è.
Infatti: i tradizionalisti si appellano ad un papa tradizionalista che finalmente rimetta ordine, i progressisti ad un papa della loro setta che continui l'opera disgregatoria in nome di un "aggiornamento".
Entrambi si fermano alla pura e semplice autorità, dimenticando che il fondamento della Chiesa è nella Rivelazione, una causa trascendente, non puramente umana, che si serve della tradizione come trasmissione nei secoli della sua essenza. Il PRIMATO della tradizione rimane ancora un dettaglio secondario in balia dell'autorità, quando questa si degnerà di porci attenzione, non come qualcosa che ha AUTORITA' per se stessa perché FONDATA e voluta da Cristo stesso. I due partiti ("tradizionalisti" e setta progressista) partono da lati opposti ma soffrono, in modo differente, di un vero e proprio arianesimo ecclesiologico che consiste nel ritenere l'umano de facto l'unica cosa veramente determinante mentre il divino rimane sullo sfondo con la sua tradizione a fare da tapezzeria, quando va bene!
E VI PARE POCO?!?!?!
Per approfondire queste mie argomentazioni ci vorrebbe un'altra sede, rispetto ad un post, approfondimenti e citazioni che qui non è possibile fare.
Quanto mi sta a cuore evidenziare è che chi cancella queste mie argomentazioni (come è successo in un mio appunto ad opera di un "radiospadista") si da la zappa sui piedi ed evidentemente NON SA rispondere forse perché fa comodamente girare sempre la stessa acqua, sempre e solo quella, dove non si va oltre ad un certo punto: la Chiesa è solo una questione di autorità umana! Buonanotte!
Certo, ci sono molti che non sanno neppure l' ABC e che possono trarre giovamento perfino da un libro di Radio Spada! Dio può certamente servirsi di tutto ma non per far permanere la persona al semplice ABC.
Dio ci chiede anche di RAGIONARE, non di imparare gli assiomi e ripeterli a pappagallo!
Bisogna andare oltre senza chiudere gli occhi perché inutile oltreché sciocco. Divenire cristiani non significa fare voto di stupidità alla mercé del primo ridicolo ducetto di turno.
Ma se è questo lo spirito di alcuni animatori di Radio Spada, siamo nella miopia e faziosità più assoluta che non permette di fare grandi passi, tanto meno di "rinnovare" davvero il povero esangue Cattolicesimo.