Da cosa si evince l’esistenza del Purgatorio? E' proprio vero che nei Vangeli non c’è traccia?...

Quesito

Gentile padre Angelo,
da cosa si evince l’esistenza del Purgatorio? Nei Vangeli non c’è traccia…
La mia è una domanda semplice semplice ma il dubbio mi stuzzicava da un po’.
Grazie per la disponibilità

Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. dire che nel Vangelo non c’è traccia del purgatorio è eccessivo.
Certo non si trova la parola purgatorio, termine coniato posteriormente dalla teologia.
Ma i fondamenti evangelici e biblici sulla dottrina del Purgatorio ci sono.

2. Già i santi Padri, come san Cipriano morto nel 258, poggiavano la dottrina sulla purificazione post mortem sulle parole di Gesù riportate in Mt 5,25-26. “Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo!”.
San Cipriano sosteneva che per i defunti nella fede, specie per i martiri, vi è una salvezza definitiva immediatamente dopo la morte. E affermava pure l’esistenza di un inferno definitivo, che è immediato per coloro che muoiono nel peccato grave.
Il suo problema pastorale era per i cristiani che durante la persecuzione avevano rinnegato la fede, ma poi si erano pentiti. E siccome alcuni morivano prima di aver espiato il loro peccato (a quei tempi si faceva prima la penitenza per il peccato commesso e solo alla sua conclusione si veniva riconciliati con la Chiesa), affermò che per chi se ne era pentito, vi era la possibilità di continuare la purificazione di là.

3. Nel Vangelo vi è un’altra allusione al purgatorio quando Gesù dice che alcuni peccati non saranno perdonati né di qua né di là (Mt 12,32). Questo significa che alcuni peccati (i peccati veniali) possono essere perdonati nella vita futura e cioè nello stato di purificazione.

4. Ma, oltre il Vangelo, vi è poi il resto della Sacra Scrittura nella quale non mancano riferimenti a quella realtà che noi chiamiamo Purgatorio.
San Paolo, ad esempio, scrive: “Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che gia vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; ma se l’opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco” (1 Cor, 3,10-15).
Su questo testo annota la Bibbia di Gerusalemme: “Qui il purgatorio non è inteso direttamente, ma questo è uno dei testi da cui è partita la Chiesa per esplicitare la sua dottrina”.

5. Soprattutto nel secondo libro dei Maccabei (Antico Testamento) vi è un chiaro riferimento al Purgatorio. Di alcuni che erano caduti in guerra, ne fu chiaro il motivo. Sicché “tutti, benedicendo l’operato di Dio, giusto giudice che rende palesi le cose occulte, ricorsero alla preghiera, supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. Il nobile Giuda … fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d’argento, la inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della risurrezione. Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato” (2 Mac 12, 38-45).

6. Del resto nel libro dell’Apocalisse si legge che nella Gerusalemme celeste “non entrerà nulla d’impuro” (Ap 21,27).
Ma, oltre la sacra Scrittura, abbiamo la tradizione della Chiesa che fin dall’inizio ha offerto suffragi per i defunti.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che “coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo (CCC 1030).
E ancora: “la Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi della Scrittura, parla di un fuoco purificatore: Per quanto riguarda alcune colpe leggere, si deve credere che c’è, prima del Giudizio, un fuoco purificatore; infatti colui che è la Verità afferma che, se qualcuno pronuncia una bestemmia contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro (Mt 12,31). Da questa affermazione si deduce che certe colpe possono essere rimesse in questo secolo, ma certe altre nel secolo futuro” (n. 1031).

Ti ringrazio, ti saluto, ti accompagno con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo Bellon
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Assolutamente non d'accordo soltanto sul fatto dell'Eucarestia: certamente è oneroso inginocchiarsi davanti al corpo di Nostro Signore, tuttavia alcuni parroci (come uno vecchio della mia Parrocchia) ha tuonato grida di rimprovero e disapprovazione davanti a tutti nel momento stesso in cui una signora si era inginocchiata per la Santissima Eucarestia.
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Francesco I
Secondo me il supporto biblico più importante è proprio contenuto nel libro dei Maccabei: a che servirebbe infatti pregare a favore dei defunti se questi hanno già ricevuto la condanna od il premio eterni ?