@padrepasquale D’accordo sul titolo eclatante ma non sul contenuto.
Quanto all’Eucaristia come “medicina”, penso che, invece di esprimere, talora a braccio (e a spanne) le opinioni personali, papa Bergoglio avrebbe potuto richiamare null’altro che la dottrina (parola a lui antipatica…) consueta della Chiesa: l’Eucaristia è “sacramento dei vivi”, farmaco a coloro la cui anima è in una condizione di malattia non grave (peccato veniale); diversamente, la Confessione è “sacramento dei morti”, necessario a coloro la cui anima è in una condizione di morte (peccato mortale) dalla quale è necessario prima risorgere alla vita della grazia. Ma oggi, dai Sacerdoti e dallo stesso Papa, chi sente più ricordare che per accostarsi alla Comunione è necessario essere in grazia di Dio?
Quanto all’Angelus, gradirei tanto che qualcuno, in Vaticano o tra i suoi amici, dicesse al Papa di salutare i Fedeli che vengono ad ascoltarlo in San Pietro non con il “Cari fratelli e sorelle” ma col “Carissimi fratelli e sorelle in Cristo”, e terminasse la Benedizione non col “Buon appetito” ma col “Sia lodato Gesù Cristo”! Il “Buon appetito” lo riservi al luogo e al momento che gli è appropriato: il ristorante dell’Albergo Santa Marta, prima del pranzo. Possibile che nessuno possa proporgli una cosa così ovvia, inoffensiva e rispettosa dei Fedeli pellegrini?